Teatro Galli [L’opinione di Pier Luigi Cervellati dopo l’esito il Concorso di idee del 1985 per la ricostruzione del teatro e la sistemazione di piazza Malatesta a Rimini].
La questione non è tanto “come” verrà sistemata piazza Malatesta – anche se va detto subito che sarà comunque una sistemazione arbitraria in assenza totale degli elementi deducibili solo con un cantiere di restauro in grado di stabilire le quote e i profili dei bastioni interrati della Rocca – quanto e soprattutto la scelta di distruggere per sempre il Teatro del Poletti. Tutti i progetti possono essere validi, premiabili e/o criticabili a parere di qualsivoglia giuria, ma resta il fatto che con il concorso si è decretato di NON ripristinare (e quindi di distruggere) una delle più significative architetture italiane dell’800 e, dunque, fra le più importanti di Rimini. (Il parere non è soggettivo: sono i migliori critici della storia dell’architettura italiana a dimostrarlo). Prioritaria – indipendentemente dal vincitore del concorso – doveva e poteva essere la scelta di mantenere i Teatro del Poletti mediante il suo ripristino filologico. Esiste il progetto e computo metrico originario, ci sono i particolari costruttivi e decorativi e con il rilievo di quanto ancora rimane – dalle fondamenta al foyer, all’attacco dei palchi – confrontato con la documentazione fotografica e storiografica, si sarebbe ripristinato senza errori, senza “falsi storici”, questo edificio fondamentale per la storia dell’architettura teatrale italiana. Aihmè, le grandi architetture del passato, i monumenti, le nostre “patrie” memorie, danno fastidio. A Forlì si distrugge un complesso conventuale settecentesco pur di realizzare uno pseudo-moderno teatro e a Rimini si distrugge – ignorandone forse il valore – un Teatro dell’800 per realizzare, chissà quando una presunta piazza post-moderna. Nell’uno come nell’altro caso le Amministrazioni comunali, con tecnici compiacenti e storici tali solo di nome, in base ad una presunta e falsa continuità dell’evoluzione urbana e in favore della speculazione edilizia, cancellano due importantissime testimonianze; annullano la loro identità storica per imbarcarsi in pericolose e costosissime avventure urbanistiche, quando le loro città sono già profondamente segnate da scempi edilizi moderni e post-moderni. Con la definitiva distruzione del Teatro del Poletti – e di distruzione si tratta, giacché se ne impedisce il ripristino – a Rimini si compie l’ultimo delitto urbanistico all’insaputa dei cittadini. (La presentazione ufficiale, non a caso, è avvenuta nell’intimo di una saletta riservata ai soli invitati…). Il progetto vincitore del concorso è – senza ironia alcuna – un bellissimo progetto, degno senz’altro del 1° premio, a condizione però che il Comune imponga (e lo può ancora fare) il rispetto del teatro ottocentesco, ascoltando democraticamente anche l’opinione di quella maggioranza che aveva sottoscritto il suo ripristino, e rinunci, una buona volta, al fascino perverso del vandalismo urbano. Potrebbe, se così agisse, evitare di ricevere il Premio Attila a cui da tanto tempo aspira.
Pier Luigi Cervellati
[Pier Luigi Cervellati, Teatro Galli, l’opinione di Pier Luigi Cervellati, Tazebao, n. 2 (Rimini 4 febbraio 1986)]