"La strada che sta per essere intrapresa (il progetto Natalini), da quanto ho potuto constatare, comporterà lo snaturamento dell'opera d'arte: Mi riferisco, in particolare, alla stupenda ellisse della platea, così perfettamente contornata dai tre ordini dei palchi sormontati dal loggione, concepita dal Poletti. E questo mi sembra un delitto. Consenta di affermarlo ad un vecchio, che ha passato oltre trenta anni della sua vita artistica alla Scala, come Ella ben sa, avendomi premiato con il Sigismondo d'oro, e che per lavoro ha calcato i più importanti teatri d'Italia e d'Europa, sempre confrontandone caratteristiche generali e particolari.
Nel caso del nostro teatro non ha alcun senso parlare di "sala wagneriana" (?!) per trovare scusanti al quadrato della platea a gradinate, che stravolge la perfezione armoniosa dell'ellisse polettiana, annullandola o (peggio) violentandola con l'inserimento di un siffatto corpo, il cui tetragono volume geometrico è non solo del tutto estraneo ad essa, ma certamente pregiudicherebbe la notoria eccellente acustica originaria".
Antonio Tonini, Maestro collaboratore del teatro alla Scala di Milano,
[dalla lettera al sindaco Chicchi dell'agosto 1997].