Augusto, duemila anni dalla morte dell’imperatore:
i due ponti romani di Augusto a Rimini
“… L’imperatore romano che, forse più di tutti gli altri, nell’antica storia di Roma, ha modellato Rimini lasciando segni importanti. E non solo l’Arco d’Augusto, che resta comunque il più importante arco monumentale di età romana rimasto in piedi nell’Italia settentrionale. Molti riminesi spesso dimenticano che anche il ponte di Tiberio, di cui si festeggia il bimillenario, fu iniziato in realtà proprio da Augusto. Anzi, secondo non pochi studiosi il ponte andrebbe chiamato propriamente “ponte di Augusto”, nonostante sia stato poi Tiberio a completare l’opera. Ad Augusto si devono anche i lavori di miglioramento della via Flaminia e della via Emilia, la divisione della città in quartieri. Ma c’è un'altra grande opera, troppo spesso trascurata e ancora oggi abbandonata a se stessa: il grande ponte a otto arcate di San Vito. Osserva lo storico Giovanni Rimondini, che dell’età augustea si è occupato in diverse occasioni, che “il ponte di San Vito è il terzo grande segno di Augusto a Rimini. Un’opera maestosa, ma ancora poco considerata, soprattutto perché gli scavi sono stati fatti in anni recenti, ma che sta interessando studiosi e giornalisti che arrivano da ogni parte del mondo”. Quel ponte romano, per alcuni il vero luogo dove Cesare attraversò il Rubicone, ha già attirato a sé nell’ultimo anno l’attenzione di una tivù giapponese, di un giornalista inglese, di uno studioso americano. E allora perché non pensare prima o poi, di valorizzarlo come merita?
[Manuel Spadazzi, Il Resto del Carlino, Rimini, (giovedì 18 agosto 2014) pag. 18]