In diretta TV appello per il Galli com'era.
Nell'inaugurazione ufficiale riconoscimenti a Emma Bonino e Rita Levi Montalcini. Medaglia anche a Ballandi.
Una lancia a favore del teatro com’era ovvero alla Poletti, «prototipo di teatro verdiano». L’ha spezzata, ieri mattina, a sorpresa, la poetessa riminese Rosita Copioli, appena premiata al Novelli, nell’ambito delle Giornate del Pio Manzù per la sua attività creativa. Premiato, insieme a lei, un altro riminese (verucchiese): il direttore generale della Rai Tv Pier Luigi Celli per il suo impegno manageriale. Dei quindici premiati, Rosita Copioli è stata l’unica a cui è stato consegnato il microfono per un saluto in diretta televisiva (Raidue) e Rosita Copioli l’ha usato per ringraziare Gerardo Filiberto Dasi, patron del centro Pio Manzù, che il sindaco Ravaioli in apertura, ha definito «una istituzione della città», e per difendere la ricostruzione del Galli secondo il Poletti. E così la poetessa ha dato il via ad una settimana clou nella vita politica riminese perché dedicata a risolvere la questione teatro.
Ieri sera, del resto, il sindaco Ravaioli ha ospitato a casa propria una sorta di vertice per definire la stretta finale alla questione. Che, ridotto all’osso, presenta tre vie d’uscita: ricostruzione del Galli secondo il Poletti, ricostruzione del teatro secondo il progetto Natalini consegnato dalla ex giunta Chicchi all’attuale, recupero del cinema Astoria alla sua originale impostazione di teatro. Poi domani il sindaco si sentirà con il presidente della Rimini Teatro Spa, Fabio Zavatta, Democratico, schierato per il progetto Natalini che lui stesso, con l’ex sindaco Chicchi, ha licenziato nella precedere amministrazione; quindi, mercoledì la riunione dei gruppi di maggioranza.
Come andrà a finire? Nessuno nasconde che la questione teatro (al di là del lavoro del gruppo di consultazione presieduto dall’assessore Pivato dal quale emerge un consenso largamente diffuso per il Poletti) sia essenzialmente politica. Tant’è che i Democratici hanno consegnato una nota al sindaco: o Natalini, magari con variazioni in corso d’opera, o crisi. E ieri anche i Verdi sono usciti allo scoperto: sì al Poletti. Il problema vero però sembra essere un altro e sempre più stringente sulla scorta di pareri legali intanto acquisiti: sulla questione incombe lo spettro della Corte dei Conti. Se la giunta Ravaioli si sbarazza senza validi motivi del progetto Natalini, costato 3,5 miliardi, ed acquisito dalla giunta Chicchi e dal precedente consiglio con una delibera blindata, gli attuali amministratori potrebbero essere chiamati a rispondere di tasca propria. Se così stanno le cose, la scelta del Natalini sarebbe obbligata.
[Il Resto del Carlino, 18.10.1999]