La Provincia di Rimini, presieduta da Gnassi, dà il via libera al progetto lanciato da Gnassi stesso per il "pratone" in piazza Malatesta. Il "parere favorevole" viene dagli uffici, in calce ad un decreto firmato dal consigliere anziano Riziero Santi, visto che il sindaco-presidente non potrebbe avallare un atto della sua amministrazione. Ma c'è una particolarità: "La Variante - si legge nel parere - prevede anche la modifica cartografica della "Tav. 5.5B - Quadro delle sistemazioni pubbliche e progetti d'insieme", in quanto l'area interessata dal progetto nel PRG vigente è soggetta ad intervento di "Restauro dell'antica pavimentazione romana" e con la variante in oggetto viene classificata come area soggetta ad "Intervento di riqualificazione e rifunzionalizzazione"". In altre parole nelle mappe del PRG vigente (il cosiddetto Benevolo, perchè il PSC che lo dovrebbe sostituire ancora non è approvato) sparirà il riferimento ai resti romani, rimpiazzato dalla più pragmatica "rifunzionalizzazione". Nel merito abbiamo chiesto un commento all'archeologo Marcello Cartoceti. "Ripristinare la pavimentazione romana - dice l'esperto - è un'espressione che non ha senso, poichè nella zona in epoca romana c'erano le mura oggi inglobate nella rocca, e un quartiere residenziale ancora da studiare". Qual è il suo parere sul progetto del Comune, più in generale? "E' in aprte meritevole, se pensiamo alla piazza Malatesta come elemento di grande potenziale di sviluppo ambientale e culturale del centro cittadino, ma lavorando sui nostri tesori. Fare un prato va bene se è una soluzione temporanea: Ma sotto c'è ben altro, un fossato in parte recuperabile che rappresenta una grande risorsa. Filippo Brunelleschi fu a Rimini per 40 giorni per il controllo dello stato dei lavori del castello, il più grosso cantiere alla metà del Quattrocento, anche se non tutto il progetto si deve a lui. Sotto la piazza si nasconde un vero e proprio tesoro per la città. Tirarlo fuori comporterebbe ulteriori disagi, e forse non si può fare tutto subito, ma l'importante è che l'attuale progetto non sia un "paletto" per bloccare uno sviluppo successivo. E' già un bene trovare alternative al mercato ambulante e alla viabilità, ma se si installa qualcosa di stabile e inamovibile, allora...". Si stanno facendo delle ricerche su cosa c'è sotto? "L'amministrazione ha affidato dei sondaggi a una ditta di Bologna. E' certo che sotto l'asfalto ci sono cose interessanti, ad esempio delle torri, elementi il cui perimetro andrebbe almeno disegnato in superficie. Tirare fuori il fossato e così "alzare" il castello di 5-6 metri sarebbe straordinario, perché il riempimento è solo del 1830 quindi è fattibile. Una cosa del genere è stata fatta a Riolo con risultati meravigliosi. Mi avevano obiettato che la città nel frattempo è cambiata e il teatro arriva, nella parte più vicina, a tre metri dal fossato. Ma va capito che cosa vale la pena tenere e cosa no. Teniamo presente che là sotto ci sono almeno 30mila antichi mattoni fatti a mano... La compresenza di teatro e fossato può esserci: Insomma, scavare il fossato sarebbe l'ideale. La variante attuale ci può stare, ma per lo sviluppo del centro storico il progetto ideale sarebbe l'altro. L'importante è non accontentarsi mai".
Paolo Facciotto