QUEL TEATRO NON S’HA DA FARE
Nasce un’associazione per bloccare i progetti del Comune
“Il Galli va ricostruito com’era quando lo inauguro Verdi”.
Raccolta di firme Il teatro del Poletti com’era e dov’era!!! Lo chiede una associazione appena nata, “Rimini città d’arte”, pronta a dare battaglia per fermare la ricostruzione del teatro comunale secondo il cosiddetto progetto Natalini. L’apertura del cantiere – come ha annunciato proprio nei giorni scorsi il sindaco Giuseppe Chicchi – è fissata per la primavera del ’99 ed essi faranno seguito a quelli già aperti per il consolidamento della parte vecchia del teatro prospiciente piazza Cavour.
L’Associazione neonata non ci sta. “A Venezia ricostruiscono la Fenice com’era e dov’era. A Bari, per il Petruzzelli, faranno altrettanto, non si spiega perché Rimini non debba tener conto della prevalente linea culturale del ripristino filologico del proprio teatro per sposare un’altra impostazione”, dichiara Attilio Giovagnoli, insegnante di storia dell’arte, presidente dell’Associazione che annovera Giovanni Rimondini, storico riminese, come vice. “Una impostazione, peraltro, che stravolge l’assetto di piazza Malatesta. Non a caso i progetti dello staff Natalini sono stati più volte respinti dalle Sovrintendenze perché lesivi dei vincoli che proteggono la rocca, la piazza e l’area archeologica sottostante. Di più. L’impostazione del Comune, poi, non corrisponde neppure a logiche economiche.Gli esempi di Ravenna, di Pesaro, di Ferrara danno conto di una gestione del teatro più conveniente senza il ricorso alle colossali torri sceniche previste”.
L’Associazione, che indica Renata Tebaldi come presidente onorario e che ha già l’adesione formale del maestro Claudio Abbado, dello storico dell’arte Federico Zeri, di Deanna Lenzi dell’Università di Bologna, dell’urbanista Pier Luigi Cervellati e quella, verbale, del Soprintendente di Bologna Andrea Emiliani, si appresta ad uscire allo scoperto con una campagna promozionale per la raccolta di firme a sostegno delle proprie tesi. All’osservazione che il Comune ha appena avviato i lavori di consolidamento della parte vecchia del teatro per approdare all’apertura dei cantieri veri e propri della ricostruzione nella primavera del ’99, il presidente dell’Associazione replica che “c’è ancora tempo per intervenire, per fermare”. “Del resto – spiega Giovagnoli – i progetti esecutivi devono ancora arrivare in consiglio comunale per l’approvazione”.
Secondo l’Associazione, che punta a creare un movimento d’opinione a livello nazionale per la ricostruzione del teatro com’era e dov’era, l’inaugurazione del Poletti restaurato potrebbe avvenire nel centenario della morte di Giuseppe Verdi (2001). Il maestro di Busseto scese a Rimini per inaugurare il teatro nell’estate del 1857.
La linea del “com’era e dov’era”, è stata semplicisticamente praticata a Rimini con successo dal compianto Umberto Bartolani che l’affermò, in vita, con la fontana dei quattro cavalli e, come impresa postuma, con il ritorno della statua di Giulio Cesare in piazza Tre Martiri. Nel frattempo, quella linea ebbe a tornare alla ribalta con il problema dell’ex colonia Murri. Il partito del ripristino contro quello delle ruspe. Finì, dopo anni di dibattito, con una serie di compromessi ed un cantiere ancora bloccato. Adesso è nata un’Associazione che intende applicare il “com’era e dov’era” al teatro. Si parte con una raccolta di firme. Poi, è prevedibile, scatterà l’idea del referendum. Tutt’intorno una panna montata di possibili polemiche, che hanno tutta l’aria, però, di essere tardive. La questione teatro è in piedi a Rimini dall’85 quando fu lanciato il concorso per il progetto e quando fu scartata la scelta della ricostruzione filologica. Il dibattito che mancò allora può decollare dodici anni dopo azzerando tutto per ricominciare? Ci limitiamo a chiederlo.
Silvano Cardellini
[Silvano Cardellini, Quel teatro non s'ha da fare, Il Resto del Carlino, Rimini (21 settembre 1997)].